12/19/2018

OFFICIO DELLA SANTA COMUNIONE


Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, per le preghiere della tua Purissima Madre e di tutti i santi abbi pietà di noi. Amen.
Gloria a te, Dio nostro, gloria a te.
Preghiera al santo Spirito 
Re celeste, Consolatore, Spirito della verità, che sei ovunque presente e tutto ricolmi, Scrigno dei beni e Dispensatore di vita, vieni e dimora in noi, e purificaci da ogni macchia e salva, o Buono, le nostre anime.
Trisagio
Santo Dio, Santo Forte, Santo Immortale, abbi pietà di noi.
(Si ripete 3 volte, facendo il segno di Croce e prosternandosi profondamente fino alla cintola)
Gloria al Padre e al Figlio e al santo Spirito, e ora e sempre e nei secoli dei secoli. Amen.
Preghiera alla Tuttasanta Trinità
Santissima Trinità, abbi pietà di noi; Signore, sii clemente con i nostri peccati; Sovrano, perdona le nostre iniquità; Santo, visita e guarisci le nostre infermità, in grazia del tuo Nome.
Kyrie, eleison (3 volte)
Gloria al Padre e al Figlio e al santo Spirito, e ora e sempre e nei secoli dei secoli. Amen.
Preghiera del Signore
Padre nostro, che sei nei cieli, sia santificato il tuo Nome, venga il tuo regno; sia fatta la tua volontà, come in cielo, così sulla terra; dacci oggi il nostro pane essenziale; e rimetti a noi i nostri debiti, come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori; e non indurci in tentazione, ma liberaci dal maligno. Amen.
Kyrie elèison. (12 volte)
Gloria al Padre, e al Figlio, e al santo Spirito, e ora e sempre, e nei secoli dei secoli. Amen.
Venite, adoriamo il re, nostro Dio, e prosterniamoci a lui.
Venite, adoriamo Cristo, il re e nostro Dio, e prosterniamoci a lui.
Venite, adoriamo Cristo stesso, il re e nostro Dio, e prosterniamoci a lui.
Salmo 22
Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla; su pascoli erbosi mi fa riposare, ad acque tranquille mi conduce. Mi rinfranca, mi guida per il giusto cammino, per amore del suo nome. Se dovessi camminare in una valle oscura, non temerei alcun male, perché tu sei con me. Il tuo bastone e il tuo vincastro mi danno sicurezza. Davanti a me tu prepari una mensa sotto gli occhi dei miei nemici; cospargi di olio il mio capo. Il mio calice trabocca. Felicità e grazia mi saranno compagne tutti i giorni della mia vita, e abiterò nella casa del Signore per lunghissimi anni.
Salmo 23
Del Signore è la terra e quanto contiene, l'universo e i suoi abitanti. È lui che l'ha fondata sui mari, e sui fiumi l'ha stabilita. Chi salirà il monte del Signore, chi starà nel suo luogo santo? Chi ha mani innocenti e cuore puro, chi non pronunzia menzogna, chi non giura a danno del suo prossimo. Otterrà benedizione dal Signore, giustizia da Dio sua salvezza. Ecco la generazione che lo cerca, che cerca il tuo volto, Dio di Giacobbe. Sollevate, porte, i vostri frontali, alzatevi, porte antiche, ed entri il re della gloria. Chi è questo re della gloria? Il Signore forte e potente, il Signore potente in battaglia. Sollevate, porte, i vostri frontali, alzatevi, porte antiche, ed entri il re della gloria. Chi è questo re della gloria? Il Signore degli eserciti è il re della gloria.
Salmo 115
Ho creduto anche quando dicevo: "Sono troppo infelice". Ho detto con sgomento: "Ogni uomo è inganno". Che cosa renderò al Signore per quanto mi ha dato? Alzerò il calice della salvezza e invocherò il nome del Signore. Adempirò i miei voti al Signore, davanti a tutto il suo popolo. Preziosa agli occhi del Signore è la morte dei suoi fedeli. Sì, io sono il tuo servo, Signore, io sono tuo servo, figlio della tua ancella; hai spezzato le mie catene. A te offrirò sacrifici di lode e invocherò il nome del Signore. Adempirò i miei voti al Signore e davanti a tutto il suo popolo, negli atri della casa del Signore, in mezzo a te, Gerusalemme. Alleluia.
Gloria al Padre e al Figlio e al santo Spirito, e ora e sempre e nei secoli dei secoli. Amen.
Alleluia, alleluia, alleluia, gloria a te o Dio. (3 volte)
Kyrie eleison. (3 volte)
Tropari, Tono 6°
Trascura le mie iniquità, o Signore nato da una Vergine, e purifica il mio cuore, facendone un tempio del tuo corpo e del tuo sangue purissimo, non rigettarmi davanti al tuo volto, tu la cui misericordia non ha misura.
Gloria al Padre e al Figlio e al santo Spirito.
Come oserò, io indegno, di avvicinarmi a te con coloro che ne sono degni, il mio vestito mi tradirà, perché non è un abito adatto a un convito di nozze, e attirerà una sentenza di condanna alla mia anima molto peccatrice. Signore, purifica la mia anima dalle sue sozzure, e salvami, quale amico degli uomini.
E ora e sempre e nei secoli dei secoli. Amen.
O Madre di Dio, innumerevole è il numero dei miei peccati: io mi rifugio presso di te, o pura, cercando la salvezza. Visita la mia anima malata e prega il tuo Figlio, nostro Dio, di accordarmi il perdono di tutto ciò che ho fatto di male, o tu sola benedetta.
Il Santo e Grande Sabato si aggiunge: Quando alla cena i gloriosi discepoli erano illuminati, nel momento della lavanda dei piedi, l'empio Giuda, malato di cupidigia, entrava nelle tenebre e consegnava a giudici iniqui te, il solo giudice. Uomo che accumuli dei beni, considera che è per questo che egli si è impiccato: fuggi l'avidità che ha osato un tale crimine contro il proprio Maestro. O Signore buono verso tutti, gloria a te!
Salmo 50
Abbi misericordia di me, o Dio, secondo la tua grande misericordia e secondo la moltitudine delle tue indulgenze cancella il mio delitto. Lavami del tutto dalla mia iniquità e purificami dal mio peccato. Perché io conosco la mia iniquità e il mio peccato davanti a me è sempre. Contro te solo ho peccato e il male davanti a te ho fatto, così che tu sia riconosciuto giusto nelle tue parole e vinca quando sei giudicato. Ecco che nelle iniquità sono stato concepito e nei peccati mi ha concepito mia madre. Ecco, la verità hai amato, le cose occulte e i segreti della tua sapienza mi hai manifestato. Mi aspergerai con issopo e sarò purificato, mi laverai e sarò fatto più bianco della neve. Mi farai udire esultanza e gioia, esulteranno le ossa umiliate. Distogli il tuo volto dai miei peccati e cancella tutte le mie iniquità. Un cuore puro crea in me, o Dio, e uno spirito retto rinnova nelle mie viscere. Non rigettarmi dal tuo volto, e il tuo spirito santo non rimuovere da me. Rendimi l'esultanza della tua salvezza e confermami con lo spirito sovrano. Insegnerò agli iniqui le tue vie e gli empi a te ritorneranno. Liberami dal sangue versato, o Dio, Dio della mia salvezza, e la mia lingua celebrerà con esultanza la tua giustizia. Signore, apri le mie labbra e la mia bocca annuncerà la tua lode. Certo, se tu avessi voluto un sacrificio lo avrei dato: di olocausti non ti compiacerai. Sacrificio a Dio è uno spirito contrito: un cuore contrito e umiliato Dio non lo disprezzerà. Benefica, Signore, nel tuo compiacimento Sion e siano riedificate le mura di Gerusalemme. Allora ti compiacerai del sacrificio di giustizia, dell'oblazione e di olocausti; allora offriranno vitelli sul tuo altare.

Canone della Santa Comunione
Ode 1ª, Tono 2°
Irmo: Venite, popoli, cantiamo un inno a Cristo Dio, che ha diviso il mare e condotto il popolo che aveva liberato dalla schiavitù degli egizi, poiché si è coperto di gloria.
Stico: Un cuore puro crea in me, o Dio, e uno spirito retto rinnova nelle mie viscere.
Che il tuo santo corpo divenga per me un pane di vita eterna, misericordioso Signore, e il tuo sangue prezioso la guarigione dei miei mali.
Stico: Non rigettarmi dal tuo volto, e il tuo spirito santo non rimuovere da me.
Macchiato da opere insensate, infelice che io sono, sono indegno di comunicare al tuo corpo purissimo e al tuo sangue preziosissimo. O Cristo, rendimene degno!
Gloria al Padre e al Figlio e al santo Spirito, e ora e sempre e nei secoli dei secoli. Amen.
Sposa benedetta di Dio, terra fertile in cui, senza coltivazione, è germogliata la spiga, salvezza del mondo, rendimi degno di mangiarla per essere salvato!
Ode 3ª
Irmo: Avendomi confermato sulla pietra della fede, mi hai fatto aprire la bocca contro i miei nemici. Perché il mio spirito si rallegra cantando: non vi è nessun santo come il nostro Dio, non vi è nessun giusto oltre a te, o Signore.
Stico: Un cuore puro crea in me, o Dio, e uno spirito retto rinnova nelle mie viscere.
O Cristo, concedimi di versare lacrime che cancellino le macchie del mio cuore, affinché, purificata la coscienza, mi avvicino con fede e timore alla comunione dei tuoi doni divini.
Stico: Non rigettarmi dal tuo volto, e il tuo spirito santo non rimuovere da me.
Che il tuo corpo purissimo e il tuo preziosissimo sangue siano per me remissione dei miei peccati, comunione al santo Spirito per la vita eterna, o amico degli uomini. E che siano allontanati da me dolori e tribolazioni.
Gloria al Padre e al Figlio e al santo Spirito, e ora e sempre e nei secoli dei secoli. Amen.
O tuttasanta, tavola del pane della vita, che disceso dall'alto ha donato al mondo, nella sua misericordia, una vita nuova, concedimi ora, indegno come sono, di gustarne con timore e di vivere.
Ode 4ª
Irmo: Non è né un intermediario, né un angelo colui che è nato dalla Vergine, ma tu stesso, Signore incarnato, e tu hai salvato interamente me uomo. Perciò ti grido: cancella anche le mie trasgressioni.
Stico: Un cuore puro crea in me, o Dio, e uno spirito retto rinnova nelle mie viscere.
Guarisci le piaghe della mia anima, o Signore, e santificami interamente. Rendimi degno, o Maestro, di comunicare alla tua mistica cena, anche se sono miserabile.
Stico: Non rigettarmi dal tuo volto, e il tuo spirito santo non rimuovere da me.
Gloria al Padre e al Figlio e al santo Spirito, e ora e sempre e nei secoli dei secoli. Amen.
O nostra Signora, supplica per me colui che è uscito dal tuo seno, rendi il tuo servo senza macchia e senza biasimo, affinché avendo ricevuto la perla spirituale egli sia santificato.
Ode 5ª
Irmo: Signore, datore di luce e creatore dei secoli, conducimi alla luce dei tuoi comandamenti; poiché noi non conosciamo altro Dio che te.
Stico: Un cuore puro crea in me, o Dio, e uno spirito retto rinnova nelle mie viscere.
Che avvenga con il tuo povero servo, o Cristo, come hai predetto. Dimora in me come hai promesso: perché ecco che io mangio il tuo corpo divino e bevo il tuo sangue prezioso.
Stico: Non rigettarmi dal tuo volto, e il tuo spirito santo non rimuovere da me.
Verbo di Dio e Dio, che il carbone ardente del tuo corpo sia l'illuminazione dell'ottenebrato quale io sono, e il tuo sangue la purificazione della mia anima insozzata.
Gloria al Padre e al Figlio e al santo Spirito, e ora e sempre e nei secoli dei secoli. Amen.
Maria, Madre di Dio, venerabile tabernacolo, fa' di me con le tue preghiere un vaso d'elezione, perché io prenda parte alla santificazione del tuo Figlio.
Ode 6ª
Irmo: Dal più profondo dell'abisso dei miei peccati, invoco l'abisso insondabile della tua misericordia, liberami dalla corruzione, o Dio.
Stico: Un cuore puro crea in me, o Dio, e uno spirito retto rinnova nelle mie viscere.
Santifica il mio spirito, la mia anima e il mio cuore, cosi come il mio corpo, o Salvatore; e rendimi degno, o Signore, di avvicinarmi senza condanna, ai tuoi terribili misteri.
Stico: Non rigettarmi dal tuo volto, e il tuo spirito santo non rimuovere da me.
Che io divenga estraneo alle passioni, che ottenga una crescita nella grazia e la stabilità nella mia vita per la comunione ai tuoi santi misteri, o Cristo.
Gloria al Padre e al Figlio e al santo Spirito, e ora e sempre e nei secoli dei secoli. Amen.
Dio Santo, Verbo di Dio, santificami totalmente quando mi avvicino ai tuoi divini misteri, per le preghiere della tua santa Madre.
Contacio, Tono 2°
O Cristo non mi disprezzare perché ricevo il pane che è il tuo corpo, e il tuo divino sangue. O Maestro, che il ricevere i tuoi purissimi e tremendi misteri non mi torni a condanna, infelice qual sono, ma che sia per me un pegno per la vita eterna.
Ode 7ª
Irmo: I fanciulli pieni di sapienza, non adorarono l'idolo d'oro, ma entrarono spontaneamente nella fiamma e non si curarono degli dèi stranieri; in mezzo alle fiamme essi invocarono e l'angelo li asperse con la rugiada; la preghiera delle vostre labbra è stata accolta.
Stico: Un cuore puro crea in me, o Dio, e uno spirito retto rinnova nelle mie viscere.
O Cristo, che la comunione ai tuoi immortali misteri mi sia ora fonte di bene, luce, vita, vittoria sulle passioni, che mi aiuti a progredire nella virtù più divina, affinché glorifichi te, il solo buono.
Stico: Non rigettarmi dal tuo volto, e il tuo spirito santo non rimuovere da me.
O Amico degli uomini, accostandomi ora con timore, amore e pietà a te e ai tuoi immortali e divini Misteri, che io sia liberato dalle passioni, dai nemici, dalle necessità e da ogni afflizione, per cantarti: tu sei benedetto, o Signore, Dio dei nostri padri.
Gloria al Padre e al Figlio e al santo Spirito, e ora e sempre e nei secoli dei secoli. Amen.
O tutta colma della divina grazia, che, in un modo che supera l'intelligenza, hai messo al mondo il Cristo Salvatore, tu che sei pura mentre io sono il tuo servo impuro che desidera ora avvicinarsi ai purissimi misteri, purificami totalmente dalle lordure della carne e dello spirito.
Ode 8ª
Irmo: Quel Dio che discese nella fornace ardente vicino ai fanciulli ebrei e che cambiò la fiamma in rugiada, voi, tutte sue opere, cantatelo come vostro Signore ed esaltatelo in tutti i secoli.
Stico: Un cuore puro crea in me, o Dio, e uno spirito retto rinnova nelle mie viscere.
Rendi degno ora, o Cristo, me che ho perduto ogni speranza, di partecipare ai tuoi misteri celesti, temibili e santi e alla tua mistica cena.
Stico: Non rigettarmi dal tuo volto, e il tuo spirito santo non rimuovere da me.
O mio Dio Salvatore, rifugiandomi presso la tua misericordia, poiché tu sei buono, io mi rivolgo a te con timore: prendi dimora in me, e io, come tu hai detto, fa' che dimori in te. Perché ecco che confidando nella tua misericordia, io mangio il tuo corpo e bevo il tuo sangue.
Benediciamo il Padre, il Figlio e il santo Spirito, il Signore.
Ricevendo il fuoco, ho paura di bruciare come la cera e l'erba. O terribile mistero! O misericordia di Dio! Come fuoco, posso ricevere il tuo corpo e il tuo sangue e posso essere reso immortale?
Ode 9ª
Irmo: Il Figlio del Padre eterno, Dio e Signore, si è incarnato da una vergine e ci è apparso, per illuminare coloro che sono nelle tenebre, per radunare coloro che sono dispersi; è per ciò che noi magnifichiamo la Madre di Dio, degna di ogni lode.
Stico: Un cuore puro crea in me, o Dio, e uno spirito retto rinnova nelle mie viscere.
E' il Cristo: gustate e vedete, è il Signore. È venuto un tempo fra di noi e si è offerto vittima al proprio Padre, ma non cessa di essere immolato per santificare coloro che si comunicano.
Stico: Non rigettarmi dal tuo volto, e il tuo spirito santo non rimuovere da me.
Possa io essere santificato nell'anima e nel corpo, o Maestro, possa io essere illuminato, possa io essere salvato, possa io diventare la tua dimora per la comunione ai tuoi santi misteri, avendoti ricevuto in me con il Padre e lo Spirito, o mio benefattore pieno di misericordia.
Gloria al Padre e al Figlio e al santo Spirito.
Che il tuo corpo e il tuo sangue preziosissimo mi siano come un fuoco e una luce che brucia la natura peccatrice, consumando le spine delle mie passioni, illuminandomi tutto intero, perché io adori la tua divinità.
E ora e sempre e nei secoli dei secoli. Amen.
O nostra Signora, Dio ha preso corpo dal tuo sangue purissimo: perciò ogni gente ti canta; e le moltitudini degli esseri ragionevoli ti glorificano, perché hanno visto chiaramente che colui che ha preso da te la natura umana è il maestro di ogni cosa.
Degno davvero è dir di te beata, la Madre di Dio semprebeata, tuttaimmacolata e Madre del nostro Dio. Più insigne dei cherubini e senza confronto più gloriosa dei serafini, senza corruzione hai partorito Dio Verbo: te, la vera Madre di Dio, noi magnifichiamo.
Al mattino del giorno della Santa Comunione
Per le preghiere dei nostri santi padri, Signore Gesù Cristo, Dio nostro, abbi misericordia di noi. Amen.
Gloria a te, Dio nostro, gloria a te.
Re celeste, Consolatore, Spirito della verità, che sei ovunque presente e tutto ricolmi, scrigno dei beni e dispensatore di vita, vieni, e dimora in noi, e purificaci da ogni macchia, e salva, o Buono, le nostre anime.
Santo Dio, Santo Forte, Santo Immortale: abbi misericordia di noi. (3 volte)
Gloria al Padre e al Figlio e al santo Spirito, e ora e sempre e nei secoli dei secoli. Amen.
Tuttasanta Trinità, abbi misericordia di noi; Signore, cancella i nostri peccati; Sovrano, perdona le nostre iniquità; Santo, visita e guarisci le nostre infermità a causa del tuo nome.
Kyrie elèison. (3 volte)
Gloria al Padre e al Figlio e al santo Spirito, e ora e sempre e nei secoli dei secoli. Amen.
Padre nostro, che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo, così sulla terra; dacci oggi il nostro pane quotidiano; e rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori; e non indurci in tentazione, ma liberaci dal maligno. Amen.
Kyrie elèison. (12 volte)
Gloria al Padre, e al Figlio, e al santo Spirito, e ora e sempre, e nei secoli dei secoli. Amen.
Venite, adoriamo il re, nostro Dio, e prosterniamoci a lui.
Venite, adoriamo Cristo, il re e nostro Dio, e prosterniamoci a lui.
Venite, adoriamo Cristo stesso, il re e nostro Dio, e prosterniamoci a lui.
Tropario del giorno o della festa, oppure del santo. Poi:
Abbi misericordia di noi, Signore, abbi misericordia di noi, mancando di ogni discolpa, noi peccatori ti offriamo questa preghiera, o sovrano: abbi misericordia di noi.
Gloria al Padre, e al Figlio, e al santo Spirito.
Signore, abbi misericordia di noi: in te confidiamo. Non adirarti oltremodo con noi e non tenere a mente le nostre iniquità, ma guarda su di noi anche ora, qual benigno, e riscattaci dai nostri nemici: sei tu il nostro Dio, e noi il popolo tuo, tutti opera delle tue mani, e invochiamo il tuo nome.
E ora e sempre, e nei secoli dei secoli. Amen.
Aprici le porte della misericordia, benedetta Madre di Dio; sperando in te non periamo, ma siamo liberati per mezzo tuo dalle sciagure: tu sei infatti la salvezza della stirpe dei cristiani.
Poi si termina con: Kyrie eleison. (40 volte, aggiungendo anche metanie).
Tu che ti appresti a gustare il corpo del Signore, avvicinati con timore, per non bruciarti: è un fuoco!
Per bere il sangue della comunione, riconciliati prima con coloro che ti hanno offeso, allora soltanto osa gustare il mistico nutrimento.
Prima di comunicarti alla vittima mistica, il vivificante corpo del Signore, prega così con timore:
1. Preghiera di San Basilio il Grande
Signore Gesù Cristo, nostro Dio, fonte di vita e d'immortalità, creatore dell'universo visibile e invisibile, Figlio coeterno di un Padre senza inizio, e che sei tu stesso senza inizio: tu che, in un eccesso di bontà, in questi ultimi tempi prendesti carne: tu che sei stato crocifisso e sepolto per noi, ingrati e insensibili che noi siamo, che hai con il tuo proprio Sangue rinnovato la nostra natura corrotta dal peccato: tu stesso Re immortale, accetta la penitenza di me peccatore, inchina verso di me il tuo orecchio e ascolta ciò che ti sto per dire. Ho peccato, o Signore, ho peccato contro il cielo e contro te, e non sono degno di alzare gli occhi verso la tua gloria superna, perché ho irritato la tua bontà, violando le tue leggi, e non obbedendo ai tuoi comandamenti. Ma tu, o Signore, sei paziente, longanime e molto misericordioso; così attendendo molto pazientemente la mia conversione, non mi hai lasciato perdere dietro ai miei peccati. O amico degli uomini, hai detto tu stesso, attraverso il tuo profeta: in nessun modo voglio la morte del peccatore, ma che si converta e che viva. Tu non vuoi, o Signore, perdere l'opera delle tue mani, e non ti rallegri della rovina degli uomini, ma desideri che tutti siano salvati e arrivino alla conoscenza della verità. Anch'io che sono indegno e del cielo e della terra e anche di questa vita passeggera, io che sono sottomesso interamente al peccato e che sono stato schiavo delle mie passioni, io che ho imbrattato la tua immagine, ma che sono tuttavia opera tua e formato da te, non dispero della mia salvezza, per quanto io sia miserabile, perché sono fiducioso nella tua misericordia senza limiti e mi avvicino a te. Ricevimi dunque, o Cristo, amico degli uomini, come la donna peccatrice, il ladrone, il pubblicano e il figliol prodigo e liberami dal pesante fardello dei miei peccati. Tu che togli i peccati del mondo e che guarisci le malattie degli uomini, tu che chiami e conforti coloro che soffrono e che sono affranti, tu che sei venuto a chiamare alla penitenza non i giusti ma i peccatori, purificami da ogni sozzura del corpo e dello spirito. Insegnami a fare opere sante, nel tuo timore. Allora, avendo per me la buona testimonianza della mia coscienza, e ricevendo una particella dei tuoi sacri doni, io sarò unito al tuo corpo e al tuo sangue e t'avrò in me, abitante e dimorante con il Padre e con il santo Spirito. Sì, Signore Gesù Cristo, mio Dio! Che la comunione ai tuoi purissimi e vivificanti misteri non sia per me il mio giudizio e la mia condanna e che non divenga malato d'anima e di corpo se vi partecipo indegnamente. Ma accordami di ricevere sempre fino al mio ultimo respiro questa particella dei tuoi santi doni senza incorrere nella condanna: e che essa sia per me la comunicazione del santo Spirito, un viatico per la vita eterna, un'accettabile giustificazione davanti al tuo tremendo tribunale, affinché con tutti i tuoi eletti, anch'io possa partecipare dei beni incorruttibili che hai preparato, Signore, per coloro che ti amano, e tra i quali sei glorificato nei secoli. Amen.
2. Preghiera di San Giovanni Crisostomo
Signore mio Dio, so di non essere degno, né preparato a che tu entri sotto il tetto della mia anima, perché sono interamente vuoto e in rovina, e tu non hai in me un luogo conveniente dove riposare il tuo capo. Ma dal momento che proprio per noi sei disceso dall'alto e ti sei umiliato, scendi ora fino alla mia bassezza. Dal momento che ti sei compiaciuto di essere deposto in una grotta e in una mangiatoia per animali irrazionali, entra nella greppia della mia anima irragionevole e del mio corpo insozzato. E come hai voluto entrare e mangiare insieme ai peccatori nella casa di Simone il Lebbroso, degnati di entrare nella casa della mia anima lebbrosa e peccatrice. E come non hai rigettato colei che era simile a me, la cortigiana e la peccatrice, quando si avvicinò a te e ti toccò, cosi sii misericordioso con me peccatore che mi avvicino e ti tocco. E come non hai avuto in abominio la sua bocca insozzata e maledetta quando ti baciò, cosi non rifiutare come abominevole la mia bocca che è più sporca e maledetta della sua, né le mie labbra infami, impure e profane, né la mia lingua ancor più impura. Ma che il carbone ardente del tuo corpo santissimo e del tuo preziosissimo sangue siano per me santificazione, illuminazione, santità della mia anima e del mio corpo, per il sollievo delle mie numerose trasgressioni e per una protezione contro ogni influenza del demonio. Che siano allontanate le mie malvagie e nefaste abitudini e che sia un baluardo per l'annientamento delle mie passioni, il compimento dei tuoi comandamenti, la moltiplicazione della tua divina grazia, e l'ammissione al tuo Regno. Perché io non mi avvicino a te, o Cristo Dio, con negligenza, ma con confidenza nella tua ineffabile bontà per paura che completamente privato della comunicazione con te, io non sia rapito dal vorace diabolico lupo. Cosi io ti prego, perché tu sei il solo Santo, Signore, santifica la mia anima e il mio corpo, il mio spirito e il mio cuore, i miei reni e le mie viscere, rinnovami completamente, infondi il tuo timore nelle mie membra, e fa' che la tua santificazione dimori in me. Sii il mio soccorritore e il mio protettore, dirigendo la mia vita nella pace, e rendimi degno di essere posto alla tua destra con i tuoi santi, per l'intercessione e le preghiere della tua purissima madre, delle potenze incorporee e di tutti i puri che ti servono e di tutti i santi che ti sono stati graditi fin dall'inizio dei secoli. Amen.
3. Preghiera di San Simeone il Metafraste
Signore, solo puro e senza macchia, tu che nell'indicibile compassione del tuo amore per gli uomini, hai preso la nostra natura tutta intera dal sangue puro e virginale di colei che ti ha partorito, per l'opera dello Spirito divino e per la condiscendenza dell'Eterno Padre, Cristo Gesù, sapienza di Dio, sua pace e sua potenza, che ti sei degnato di aggravare la tua incarnazione con le tue sofferenze vivifiche e salvatrici, la croce, i chiodi, la lancia, la morte, annienta le passioni carnali che uccidono la mia anima. Tu che con la tua sepoltura hai spogliato il regno infernale, seppellisci i miei malvagi pensieri con le tue buone ispirazioni e disperdi gli spiriti malvagi. Tu che con la tua risurrezione vivificante al terzo giorno, hai prelevato il nostro primo padre che era caduto, preleva anche me, caduto nel peccato, offrendomi i mezzi per far penitenza. Tu che con la tua gloriosa ascensione, hai divinizzato la carne assunta da te e l'hai onorata con un trono alla destra del Padre, rendimi degno, con la comunione ai tuoi santi misteri, di prendere posto alla tua destra in mezzo ai salvati. Tu che, con la discesa dello Spirito consolatore, hai fatto dei tuoi discepoli consacrati dei vasi d'onore, fa' di me un albergo degno della sua venuta. Tu che devi venire di nuovo a giudicare l'universo con piena giustizia, permetti anche a me, di venire davanti a te, mio giudice e mio creatore, con tutti i tuoi Santi: per lodarti e cantarti incessantemente con il tuo eterno Padre e il tuo santissimo, buono e vivificante Spirito, ora e sempre e nei secoli dei secoli. Amen.
4. Preghiera di San Giovanni Damasceno
O Maestro, Signore Gesù Cristo, nostro Dio, che solo hai il potere di rimettere i peccati, tu che sei buono e amico degli uomini, sii misericordioso verso tutti i miei peccati, coscienti e incoscienti, e rendimi degno, senza incorrere nella condanna, di comunicare ai tuoi santi, divini, gloriosi, purissimi e vivificanti Misteri. Senza attirare il mio castigo, i miei tormenti e l'aggravio dei miei peccati, che essi mi purifichino, mi santifichino, mi siano un pegno della vita e del regno futuro, una protezione e soccorso, che disperdano i miei nemici e annullino i miei numerosi peccati. Poiché tu sei un Dio di bontà, di misericordia e d'amore per gli uomini, e a te innalziamo la gloria con il Padre e il santo Spirito, ora e sempre e nei secoli dei secoli. Amen.
5. Preghiera di San Basilio il Grande
So, o Signore, che comunico indegnamente al tuo purissimo corpo e al tuo prezioso sangue, che sono colpevole e che mangio e bevo la mia condanna, se non discerno il tuo corpo e il tuo sangue, mio Cristo e mio Dio. Ma confidando nella tua magnanimità, mi avvicino a te che hai detto: Colui che mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui. Abbi dunque misericordia di me, Signore, e non disprezzarmi, peccatore qual sono, ma agisci con me secondo la tua misericordia. Che queste sante specie siano per me guarigione, purificazione e illuminazione, salvaguardia e salvezza, santificazione della mia anima e del mio corpo: che allontanino da me ogni immagine e ogni azione malvagia diabolica che si eserciti sul mio spirito e sulle mie membra: che aumentino la mia confidenza e il mio amore per te; che conservino e migliorino la mia vita, facendomi progredire nella via della virtù e della perfezione, che mi facciano compiere i tuoi comandamenti e partecipare al tuo santo Spirito; che siano per me un viatico per entrare nella vita eterna; che mi siano difesa accettabile davanti al tuo tremendo tribunale, che non siano per giudizio e condanna. Amen.
6. Preghiera di San Giovanni Crisostomo
Mio Dio, condona, rimetti e perdonami tutte le colpe che ho commesso davanti a te, con la parola, l'azione, il pensiero, volontariamente o involontariamente, per mezzo della ragione o per la mia stoltezza; perdonamele tutte, qual buono e amico degli uomini. Per le preghiere della tua purissima madre, degli angeli tuoi servitori e delle tue sante potenze, e di tutti i santi che ti sono stati graditi nei secoli, degnati di fare che senza condanna io riceva il tuo purissimo corpo e i1 tuo preziosissimo sangue, per la guarigione della mia anima e del mio corpo e per la purificazione di tutti i miei pensieri malvagi. Poiché tuo è il regno, la potenza e la gloria, del Padre, del Figlio e del santo Spirito, ora e sempre e nei secoli dei secoli. Amen.
7. Preghiera dello stesso
Maestro e Signore, io non merito che tu entri sotto il tetto della mia anima: ma poiché tu vuoi, come amico degli uomini, abitare in me, io mi avvicino con ardire. Tu ordini che io apra le porte che tu solo hai creato, per entrare con il tuo amore costante. Tu entrerai e illuminerai i miei pensieri impuri; lo credo perché non hai scacciato la cortigiana venuta in lacrime verso di te, né respinto il pubblicano penitente, ma tutti coloro che vengono a te con pentimento, li hai posti nel rango dei tuoi amici, tu che sei il solo benedetto, in ogni tempo, ora e nei secoli dei secoli. Amen.
8. Preghiera del medesimo
Signore Gesù Cristo, purifica me peccatore, tuo indegno e inutile servo, e condona, rimetti e perdona le trasgressioni, i peccati, le colpe con le quali ti ho offeso dalla mia giovinezza fino a questo giorno e a quest'ora: sia con coscienza sia per incoscienza, con le parole o con le azioni, con i pensieri o con l'immaginazione, per abitudine e con tutti i miei sensi. Per le preghiere di colei che senza seme ti ha generato, la purissima e sempre Vergine Maria, sola speranza che non sarà mai delusa, mio soccorso e mia salvezza, rendimi degno di comunicare senza incorrere nella condanna ai tuoi purissimi, immortali, vivifici e tremendi misteri per la remissione dei miei peccati e la vita eterna: per la santificazione, l'illuminazione, la guarigione e la salvezza della mia anima e del mio corpo; per l'estirpazione e il completo annullamento dei miei pensieri malvagi, delle mie intenzioni, delle mie imprese, delle mie immaginazioni notturne, causate dagli spiriti delle tenebre e della malvagità. Poiché tuo è il regno, la potenza e la gloria, l'onore e l'adorazione, con il Padre e il santo Spirito, ora e sempre e nei secoli dei secoli. Amen.
9. Preghiera di San Giovanni Damasceno
Sto davanti alle porte del tuo tempio e i pensieri malvagi non mi abbandonano. Ma tu, Cristo Dio, che hai giustificato il pubblicano, che hai avuto misericordia della cananea e che hai aperto al ladrone le porte del cielo, aprimi dunque le viscere del tuo amore per gli uomini e ricevimi, ora che mi avvicino a te e ti tocco, come la cortigiana e l'emorroissa; l'una che aveva toccato il lembo del tuo vestito, ricevette immediatamente la guarigione, l'altra, che aveva abbracciato i tuoi purissimi piedi, ottenne la remissione dei suoi peccati. E io, miserabile, che oso ricevere il tuo corpo tutto intero, che non sia consumato! Ma accoglimi come quelle due, e rischiara le colpe della mia anima, bruciando le mie inclinazioni peccatrici per le preghiere di colei che senza seme ti ha generato, e delle potenze celesti, poiché tu sei benedetto nei secoli dei secoli. Amen.
10. Preghiera di San Giovanni Crisostomo
Credo, Signore, e confesso che tu sei veramente il Cristo, il Figlio del Dio vivente, venuto nel mondo per salvare i peccatori, il primo dei quali sono io. Ancora credo che questo è il tuo purissimo corpo e questo è il tuo prezioso sangue. Ti prego dunque: abbi misericordia di me e perdonami tutte le mie colpe, volontarie e involontarie, commesse con la parola o con l'azione, con conoscenza o per ignoranza, e rendimi degno di partecipare senza condanna ai tuoi purissimi misteri per la remissione dei peccati e per la vita eterna. Amen.
Quando è venuto il momento di ricevere la comunione, si recitano i seguenti versetti di Simeone il Metafraste:
Ecco io mi accosto alla divina comunione, o mio Creatore! Non consumarmi per questa partecipazione; perché tu sei un fuoco che brucia gli indegni, ma purificami da ogni sozzura.
E quindi: Della tua mistica cena oggi, Figlio di Dio, accoglimi partecipe, poiché non parlerò del mistero ai tuoi nemici, né ti darò un bacio come Giuda, ma come il ladrone ti confesso: ricordati di me, Signore, nel tuo regno.
E quindi questi versi:
Vedendo questo sangue divinizzante, trema, o uomo.Perché è un carbone ardente che brucia gli indegni.
Il corpo divino rende divini e nutre.
Esso rende divino lo spirito e nutre il pensiero in maniera incomprensibile.
E poi questi tropari:
O Cristo, con il tuo amore mi hai condotto alle delizie e con la tua protezione mi hai trasformato in un altro uomo: brucia i miei peccati con un fuoco immateriale e degnati di ricolmarmi delle tue delizie, affinché, pieno di gioia, io glorifichi, o buono, la tua venuta.
Come entrerò, io indegno, nello splendore dei tuoi santi? Se oso penetrare nella sala delle nozze, il mio abito mi accusa, perché non è un abito nuziale, e, incatenandomi, gli angeli mi cacceranno. Lava dunque, o Signore, le sozzure della mia anima e salvami, amico degli uomini.
E anche questa preghiera:
Maestro, amico degli uomini, Signore Gesù Cristo, mio Dio, che i tuoi santi doni non mi siano di giudizio a causa della mia indegnità: ma purificazione e santificazione dell'anima e del corpo e pegno della vita e del regno eterno. È bene per me avvicinarmi a Dio e riporre nel Signore la speranza della mia salvezza.
Preghiere di ringraziamento dopo la divina Comunione
Gloria a te, o Dio. (3 volte)
1 Preghiera di San Basilio il Grande
Ti rendo grazie, Signore Dio mio, per non avermi respinto, peccatore come sono, anzi, per avermi consentito di stare in comunione con le tue santificazioni. Ti rendo grazie per aver consentito a me indegno di partecipare ai tuoi purissimi e celesti doni. Ora, sovrano amico degli uomini, che sei morto e risorto per noi, che ci hai fatto grazia di questi tuoi terribili e vivifici misteri a beneficio e santificazione delle nostre anime e dei nostri corpi, fa' che questi beni attuino anche in me guarigione dell'anima e del corpo, dissuasione per ogni avversario, luce per gli occhi del mio cuore, pace per le facoltà dell'anima, fede irriprovata, amore non ipocrita, saziamento di sapienza, acquisizione dei tuoi precetti, aggiunta della tua divina grazia, e conseguimento del tuo regno: affinché custodito nella tua santificazione con tali beni io rammemori per sempre la tua grazia e non viva più per me stesso, ma per te, nostro sovrano e benefattore. E così quando uscirò da questa esistenza nella speranza della vita eterna, mi sia dato di giungere al perpetuo riposo, dov'è la voce incessante dei festanti e il godimento senza fine di quanti contemplano la bellezza indicibile del tuo volto. Poiché sei tu la reale aspirazione e l'inesprimibile letizia di quanti ti amano, Cristo Dio nostro, e a te inneggia il creato nei secoli. Amen.
2. Preghiera di San Basilio il Grande
Sovrano Cristo, re dei secoli e creatore dell'universo, ti rendo grazie per tutti i beni che mi hai concesso e per la partecipazione ai tuoi purissimi e vivifici misteri. Ti prego, dunque, o buono e amico degli uomini: custodiscimi al tuo riparo e all'ombra delle tue ali e donami fino all'ultimo respiro con pura coscienza di aver parte degnamente alle tue santificazioni, per la remissione dei peccati e per la vita eterna. Sei tu infatti il pane della vita, la fonte della santificazione, il datore dei beni, e a te innalziamo la gloria, con il Padre e il santo Spirito, ora e sempre, e nei secoli dei secoli. Amen.
3. Preghiera di San Simeone il Metafraste
Di tuo volere mi hai dato in cibo la tua carne, tu sei fuoco che brucia gli indegni: non bruciare me, mio creatore, piuttosto passa per l'insieme delle mie membra, in tutte le giunture, nelle viscere, nel cuore. Brucia le spine di tutte le mie colpe, purifica l'anima, santifica i pensieri, rafforza le compagini e le ossa; illumina i cinque sensi, pervadimi tutto del tuo timore. Proteggimi sempre, guardami e custodiscimi da ogni opera e parola corruttrici dell'anima; rendimi casto, puro e regolato, bello, intelligente e luminoso; rendimi dimora dello Spirito unico e mai più dimora del peccato, affinché, reso tua casa per l'accesso alla tua comunione, come fuoco mi fugga ogni malfattore e ogni passione. Ti presento intercessori tutti i santi e i capischiera degli incorporei, il tuo precursore, i sapienti apostoli, e innanzi a loro, la tua purissima e casta madre: accetta le loro preghiere, benigno Cristo mio, e fa' del tuo servo un figlio della luce. Sei tu infatti la santificazione, l'unico che conta per le nostre anime, o buono, e il loro splendore, e come s'addice, Dio e sovrano, a te noi tutti innalziamo gloria in ogni giorno.
4. Preghiera di San Cirillo di Alessandria
Il tuo santo corpo, Signore Gesù Cristo, Dio nostro, sia per me vita eterna, e il tuo prezioso sangue remissione dei peccati. Quest'eucaristia sia per me gioia, salute e allegrezza. E nella tremenda e seconda tua venuta consentimi, peccatore come pur sono, di stare alla destra della tua gloria; per le intercessioni della tua purissima madre e di tutti i tuoi santi. Amen.
5. Preghiera, alla tuttasanta Madre di Dio
Tuttasanta Sovrana, Madre di Dio, luce della mia anima ottenebrata, mia speranza, protezione, rifugio, conforto, esultanza, ti rendo grazie di avermi consentito, indegno come sono, di essere in comunione con il purissimo corpo e con il prezioso sangue del tuo Figlio. Tu che hai partorito la luce vera, illuminami gli occhi intellettivi del cuore. Tu che hai portato in te la sorgente dell'immortalità, vivificami, reso morto come sono dal peccato. Tu, benigna Madre del Dio misericordioso, abbi misericordia di me e dammi compunzione e contrizione nel cuore, e umiltà nei pensieri, e sollievo dalla prigionia dei miei ragionamenti; e consentimi fino all'ultimo mio respiro di ricevere senza condanna la santificazione dei purissimi misteri per la guarigione dell'anima e del corpo; e concedimi lacrime di conversione e di confessione per lodarti e glorificarti tutti i giorni della mia vita, poiché tu sei benedetta e glorificata nei secoli. Amen.
Ora congeda il tuo servo, Sovrano, secondo la tua parola, in pace, poiché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, che hai preparato a cospetto di tutti i popoli: luce a rivelazione delle nazioni e gloria del popolo tuo Israele.
Santo Dio, Santo Forte, Santo Immortale: abbi misericordia di noi. (3 volte)
Gloria al Padre e al Figlio e al santo Spirito, e ora e sempre e nei secoli dei secoli. Amen.
Tuttasanta Trinità, abbi misericordia di noi; Signore, cancella i nostri peccati; Sovrano, perdona le nostre iniquità; Santo, visita e guarisci le nostre infermità a causa del tuo nome.
Kyrie elèison. (3 volte)
Gloria al Padre e al Figlio e al santo Spirito, e ora e sempre e nei secoli dei secoli. Amen.
Padre nostro, che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo, così sulla terra; dacci oggi il nostro pane quotidiano; e rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori; e non indurci in tentazione, ma liberaci dal maligno. Amen.
Dopo la Liturgia di San Giovanni Crisostomo si dice:
Tropario, Tono 8°
La grazia della tua bocca rifulgendo come fuoco ha illuminato tutta la terra; ha sparso sul mondo tesori di generosità, e ci ha mostrato la sublimità dell'umiltà. Mentre ci istruisci con le tue parole, Padre Giovanni Crisostomo, intercedi presso il Verbo, Cristo Dio, per la salvezza delle nostre anime.
Gloria al Padre e al Figlio e al santo Spirito.
Contacio, Tono 6°
Dai cieli hai ricevuto la grazia divina e con tua le labbra ammaestri tutti ad adorare nella Trinità il Dio unico, o Giovanni Crisostomo, santo beatissimo; degnamente ti celebriamo: sei infatti nostro maestro, poiché ci manifesti le realtà divine.
Dopo la Liturgia di San Basilio il Grande si dice:
Tropario, Tono 1°
Per tutta la terra è uscita la tua voce, poiché essa ha accolto la tua parola, con cui hai insegnato dottrine divine, hai illustrato la natura degli esseri, hai ordinato i costumi degli uomini. Regale sacerdozio, padre santo, intercedi presso Cristo Dio per la salvezza delle nostre anime.
Gloria al Padre e al Figlio e al santo Spirito.
Contacio, Tono 4°
Ti sei mostrato inconcusso fondamento della Chiesa, estendendo a tutti i mortali il dominio inviolato, con il sigillo delle tue dottrine, o Basilio santo, che ci riveli il cielo.
Dopo la Liturgia dei Presantificati si dice:
Tropario, Tono 4°
Dall'alto hai ricevuto da Dio la grazia divina, o grande Gregorio, e forte del suo potere hai voluto seguire il santo vangelo di Cristo, da cui hai ricevuto la ricompensa per le tue sofferenze, o tuttobeato; intercedi presso di lui per la salvezza delle nostre anime.
Gloria al Padre e al Figlio e al santo Spirito.
Contacio, Tono 3°
Ti sei mostrato simile a Cristo ierarca, e compartecipe dei monaci, o padre Gregorio, guidandoli verso la città celeste, da dove insegni al gregge di Cristo i suoi comandamenti, e con loro gioisci e danzi nelle corti del cielo.
E quindi:
E ora e sempre e nei secoli dei secoli. Amen.
Patrocinio irriprovato dei cristiani, mediazione immutabile presso il creatore, non ignorare le voci di preghiera dei peccatori, anzi accorri, qual buona, in aiuto a noi che con fede ti gridiamo: affrèttati nell'intercessione e insisti nella supplica, tu che sempre hai cura, o Madre di Dio, di quanti ti onorano.
Kyrie eleison. (12 volte)
Più insigne dei cherubini e senza confronto più gloriosa dei serafini, senza corruzione hai partorito Dio Verbo: te, la vera Madre di Dio, noi magnifichiamo.
Gloria al Padre e al Figlio e al santo Spirito, e ora e sempre e nei secoli dei secoli. Amen.
Kyrie eleison. (3 volte)
Per le preghiere dei nostri santi padri, Signore Gesù Cristo, Dio nostro, abbi misericordia di noi. Amen.

12/18/2018

p. Placide Deseille: LA MORTE È VINTA: LE FINALITÀ ULTIME SECONDO I PADRI DELLA CHIESA


Padre Placide Deseille


Scopo della creazione
Il Cristiano è un uomo che attende. Il Signore ci dice nel Vangelo: “Tenete sempre la cintura ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quei servi che attendono il padrone, che ritorna dalle nozze, per aprirgli al momento che verrà e busserà” (Lc 12, 35-36). Pochi testi ci rivelano tanto perfettamente quali debbano essere il senso e l’orientamento profondo della vita cristiana.
Scopo della creazione è la deificazione dell’uomo e dell’universo. Tutta l’economia della salvezza, l’opera redentrice di Cristo, l’azione santificante dello Spirito, hanno come scopo ricondurre l’umanità decaduta al fine per cui è stata creata, verso la pienezza della deificazione. Col ritorno di Cristo, che aspettiamo, si realizzerà il completamento supremo di questo disegno di Dio, questa economia della salvezza raggiungerà la sua definitiva realizzazione.
Se vogliamo ritrovare un cristianesimo vivente, che sia per noi fonte perpetua di gioia e di slancio spirituale, dobbiamo ricollocare al centro della nostra vita cristiana il desiderio impaziente e la certezza del ritorno glorioso del Signore, quel desiderio e quella certezza che animavano le prime generazioni cristiane.
Lo Spirito e la Sposa dicano: “Vieni!”. Colui che ascolta dica:“Vieni!”. Colui che ha sete venga e colui che lo desideri prenda l’acqua della vita, gratuitamente(Ap 22, 17).
L’essenza del messaggio cristiano, la “buona novella” della salvezza, è l’annuncio della resurrezione, dell’irruzione della vita nuova e immortale nel nostro mondo destinato alla sofferenza e alla morte, per il peccato dell’uomo. Questa irruzione della vita vera si è realizzata, fondamentalmente, nella resurrezione del Cristo, nel suo passaggio pasquale dalla morte alla vita. La morte è stata già vinta, la vita ha già trionfato. Ma occorre che ciascuno di noi, nel corso della propria vita, e la Chiesa nel corso della sua storia, faccia proprio questo passaggio, che lo riviva con Cristo – o meglio che Cristo lo riviva in lui – apportando il consenso della propria libertà all’opera della grazia divina. La Parusia di Cristo, la sua venuta gloriosa alla fine dei tempi, manifesterà tutto ciò che era contenuto virtualmente nella resurrezione di Cristo nel giorno di Pasqua, facendo partecipare tutto il suo Corpo, che è la Chiesa, al suo trionfo definitivo sul peccato, sulla sofferenza e sulla morte. Questa è la speranza della Chiesa e la sua certezza fondamentale.

L’attesa dei defunti
Su questo punto, il pensiero dei Padri della Chiesa era diverso da quello che, a partire dal Medioevo, è divenuto posizione comune nel cristianesimo occidentale.
In questa epoca, infatti, l’accento si sposta sulla fine ultima dell’individuo; si considera che la sorte eterna di ciascuno viene fissata definitivamente al momento della morte: i santi vanno direttamente in cielo, i peccatori non pentiti vanno all’inferno, e quelli che ancor hanno qualche pena da espiare vanno al purgatorio per un tempo più o meno lungo, ma la loro salvezza finale è assicurata. La resurrezione finale apporterà solo un completamento accidentale alla beatitudine già plenaria degli eletti, o al castigo dei dannati. Il giudizio finale manifesterà soltanto la sentenza già definitiva data nel “giudizio particolare”, al momento della morte.
Da allora, l’importanza data alla Parusia come fine della storia, la tensione escatologica nella vita del cristiano e nella vita della Chiesa, sono singolarmente diminuite.
Secondo i Padri della Chiesa, è solo con la Parusia che gli uomini entreranno nel loro destino definitivo, e la sorte finale di molti sarà fissata solo al momento del giudizio finale. Fino alla resurrezione, gli stessi santi, benché vicini a Cristo, sono in uno stato di attesa.
La maniera in cui la Chiesa antica concepiva la situazione delle diverse categorie di defunti nell’attesa della Parusia potrebbe essere riassunta così: innanzi tutto, il pensiero cristiano è assolutamente unanime nell’affermare che la nostra esistenza terrena è unica. La fede cristiana è inconciliabile con ogni altra idea di vite successive e di reincarnazione. Sono concezioni che si ritrovano spesso in correnti filosofiche o religiose non cristiane, soprattutto di origine estremo-orientale, e sono assolutamente estranee al cristianesimo. E’ un dato fondamentale della fede cristiana che la vita terrena è unica e che il destino eterno dell’uomo si gioca durante questa unica esistenza terrena.
Dopo la morte, l’anima resta altrettanto viva, altrettanto cosciente, altrettanto attiva come durante la vita terrena, sebbene in maniera diversa. Ma essa non può (fare) più nulla per la propria salvezza. Non può neppure entrare in comunicazione con i viventi, se non con permesso divino, ed ogni forma di evocazione magica dei defunti, di comunicazione medianica con loro e di spiritismo è stata condannata tanto dalla Parola di Dio nell’Antico Testamento quanto dalla coscienza cristiana lungo i secoli: “Non ci sia fra i tuoi alcuno che si dedichi alla divinazione e alla magia…, che faccia ricorso a sortilegi, che consulti evocatori e indovini e che interroghi i morti. Ogni uomo che fa queste cose, infatti, è in odio al Signore” (Dt 18, 10).
Nella tradizione ortodossa, che si fonda sulle visioni accordate a certi santi, si stima che, durante i primi due giorni dopo la morte, l’anima resti ancora sulla terra, a percorrere i luoghi in cui ha vissuto e ai quali è stata legata durante la vita terrena. Dopo il terzo giorno, passa da quello che i Padri della Chiesa chiamano “posto di pedaggio”.
Nelle visioni di Sant’Antonio il Grande, raccontateci da Sant’Atanasio, i “pedaggi” vengono rappresentati nel modo seguente: «Un giorno, al momento di mangiare, mentre era ancora in piedi per pregare verso l’ora nona, vide se stesso rapito in spirito. Cosa straordinaria, in piedi, vide se stesso fuori di se stesso come se fosse condotto in aria da alcuni personaggi; poi ne vide altri, amari e crudeli, in piedi nell’aria che volevano impedirgli di salire. Poiché coloro che lo portavano lo difendevano, gli altri chiesero se fosse sottomesso ad essi e vollero fargli rendicontare a cominciare dalla sua nascita. Le guide di Antonio vi si opposero, dicendo agli avversari: il Signore ha rimesso i peccati commessi dopo la sua nascita; gli potete chiedere conto di quelli che ha commesso dopo che si è fatto monaco e consacrato al Signore. Gli avversari lo accusavano, senza potere provare nulla. La strada fu libera e senza ostacoli. Allora Antonio si vide rinvenire; in piedi davanti a sé, e di nuovo fu sé stesso. Dimenticando il suo pasto, passò il resto del giorno e la notte tra gemiti e preghiere. Ammirava con quale lotta e quali travagli si deve attraversare l’aria e si ricordava di ciò che disse l’Apostolo del principe della potenza dell’aria (Ef 2, 2). Il nemico ha potere di combattere e di ostacolare coloro che salgono attraverso l’aria. Faceva dunque soprattutto questa esortazione: “Per questo prendete l’armatura di Dio, per potere resistere ai giorni cattivi in modo che l’avversario rimanga confuso: non avendo alcuna (cattiveria) da dire su di noi (2 Cor 12, 2).
In seguito, ebbe una controversia con alcuni visitatori riguardo al passaggio e al soggiorno dell’anima dopo la morte; la notte seguente, qualcuno lo chiamò dall’alto: “Antonio, alzati e guarda”. Egli uscì, perché sapeva a chi si doveva ubbidire; alzando gli occhi, vide un essere gigantesco, mostruoso terribile, in piedi alto sino alle nuvole. Esseri che sembravano alati salivano. Il gigante stendeva le mani, ostacolava gli uni; mentre gli altri, volando al di sotto, attraversavano, erano condotti in alto senza essere disturbati. Per questi ultimi, il gigante strideva i denti; ma godeva di vedere cadere gli altri. Subito Antonio sentì una voce: “Comprendi quello che vedi”. Lo spirito gli fu aperto: capì che era il passaggio delle anime, che il gigante in piedi era il nemico che ha invidia dei fedeli, regna su coloro che gli si sono sottomessi e impedisce loro di passare; ma non può dominare dall’alto coloro che non si sono lasciati persuadere da lui. Avvertito da questa nuova visione, lottava sempre di più per progredire ogni giorno»[1].
Così, per i quaranta giorni che precedono l’attribuzione all’anima del defunto della dimora provvisoria sino alla Parusia, i demoni presentano tutto ciò che essa ha potuto commettere come colpe durante la vita terrena; suo solo soccorso è il pentimento che avrà manifestato per i peccati che gli sono imputati, le buone azioni che avrà compiuto durante la vita terrena e l’intercessione della Chiesa e dei santi. La preghiera per i defunti riveste così, dal momento della morte, una grande importanza; protegge l’anima e la difende contro le imprese dei demoni.

Il luogo di ristoro e di riposo
Se l’anima attraversa vittoriosamente questi posti di pedaggio, se i demoni non trovano in lei nulla che essi possano rivendicare, allora viene introdotta dagli angeli nel paradiso o seno di Abramo, in quel “luogo di luce, di ristoro e di riposo, dove non c’è dolore, né lacrime”, ma dove, anzi, in compagnia dei santi gode una ineffabile felicità.
In un bellissimo articolo dedicato a “La beatitudine nell’Oriente cristiano”[2], Myrrha Lot-Borodine riassumeva così l’insegnamento della tradizione patristica su questo soggiorno dei felici:
«“Requies aeterna: requies beata [riposo eterno: riposo dei felici]”. Espressione consacrata dalla Chiesa, presentata come voto supremo a coloro che si sono addormentati nel Signore, a quei destinati postumi che ai nostri occhi non hanno più forma. Espressione che si deve intendere innanzitutto come cessazione di ogni attività esterna in absolutione corporis [nella liberazione dal corpo]”. L’immagine troppo familiare del sonno, tanto vicina – in apparenza – alla morte, può dare adito a confusione e tradire una realtà altrettanto singolare e profonda. Vi si dovrebbe piuttosto riconoscere quello stato di calma mentale, chiamato dai Greci “apatheia”, o “impassibilità perfetta”, che imita quella divina. Secondo San Massimo che riprende, correggendolo, l’ideale degli Alessandrini, essa è un’assenza totale di turbamento, di pensiero, una stabilità permanente dello spirito che non aspira più al cambiamento. Una tranquillità serena, la “magna tranquillitas” (sant’Ambrogio) che governa l’essere semplificato ridotto alla sua sola essenza, con la sospensione o l’assopimento delle potenze. Oasi della Pace, al di sopra di ogni pace, quella che il mondo non ci dà, ristoro e riposo nel paese della Consolazione: “Gloriosa requies futura [il glorioso riposo che verrà]” (sant’Ambrogio).
Ecco il “beatum esse” [l’essere felice] della prima resurrezione. Questo riposo inalterabile, che non esclude la coscienza né la vita interiore, immanente a questo nuovo modo esistenziale, è uno stato eminentemente contemplativo il cui cuore resta il simbolo. La Scrittura lo paragona al riposo divino della Genesi. Sul suo modello, infatti, il Creatore istituì il sabato di Israele, prototipo del sabato paradisiaco. L’autore dell’Epistola agli Ebrei, riprendendo l’antica minaccia del Signore corrucciato contro razza infedele: “non entreranno nel mio riposo” (Ps 94, 11) aggiunge subito: “C’è dunque un riposo del sabato riservato al popolo di Dio. Perché colui che entra nel riposo di Dio si riposa delle proprie opere, come Dio si è riposato delle sue” (Eb 14, 19) Paragone illuminante, che si trova nello stupendo ufficio ortodosso del Sabato della Passione, quel “sabato dei sabati”, in cui Cristo nel Sepolcro, avendo completato la sua opera salvifica, entrò nel riposo benedetto del triduum. Ed ecco l’ultima alta parola dell’Apocalisse: “Sì, disse lo Spirito, che adesso essi (i Santi) si riposino, perché le loro opere sono appresso a loro” (Ap 14, 13). Parola che sta a significare la fine di ogni travaglio, sia esso fatica o schiavitù. E d’altronde il lino puro che indosserà tutta la Chiesa trionfante, sono le opere stesse dei Santi (Ap. 19, 8). Simili ai gigli dell’evangelo, che non tessono e non filano, le anime quiescenti si espandono, profumate super omnia armata [oltre ogni immaginabile profumo] dalle loro virtù. Si espandono nella libertas paradisi [libertà del paradiso] in unione a Cristo che le porta con Lui. E’ la felice armonia, l’accordo definitivo, il non turbam del requies aeterna [l’impertubabilità dell’eterno riposo], implicando quest’ultimo aggettivo un’altra ottica del tempo, incompatibile con la nostra: la durata senza durata o senza successione di stati. Quietudine che presuppone il non posse peccare [incapacità di peccare] della perfezione, finalmente raggiunta con la similitudo [la somiglianza (a Dio)]. Perfezione del volere e del potere, infinitamente superiore a quella degli avi, ancora in divenire. E con essa, sarà il dono totale dell’impertubatus amor [l’amore senza faglia], l’agape divina e la gioia perpetua del vacare Deo [Nome di Dio] conosciuti e gustati solo da coloro che, avendo maturato e portato i loro frutti terreni, si fondono col silenzio dei doni celesti. Come la sposa del Cantico, con l’anima quiescente fa sentire la confessione segreta della sua veglia: Ego dormio sed cor meum vigilat [io dormo ma il mio cuore vigila]. Sonno mistico della micra anastasis [la “piccola” o prima resurrezione]»[3].

Tra i santi e il mondo dei viventi, nessuna comunicazione “naturale” o di tipo spiritico può essere stabilita legittimamente (cfr. sopra). Ma esiste tra gli eletti e la Chiesa terrena un altro modo di comunicare, puramente spirituale, ma non meno reale. Nella preghiera possiamo rivolgerci a loro; essi possono assisterci costantemente. Tra la liturgia celeste che essi celebrano con gli angeli e le nostre liturgie terrene, esiste una misteriosa compenetrazione che viene evocata nei mosaici e negli affreschi delle nostre chiese.
Qualunque sia la felicità di cui godono così i santi, essi però sono ancora sotto il segno dell’attesa. La loro beatitudine non sarà perfetta se non il giorno in cui Cristo ritornerà, il giorno della resurrezione finale.

L’Ade
Quanto ai peccatori che non hanno potuto superare vittoriosamente la prova dei “posti di pedaggio” perché il loro pentimento non era stato sufficiente e toppo rare le loro buone opere, essi vanno in un luogo di sofferenza dove sono tormentati dai demoni. Anche qui, la visione dei Padri della Chiesa diverge da quella che ha prevalso in Occidente nel Medioevo.
In primo luogo, questa sofferenza non ha un carattere espiatorio e di “soddisfazione” penale temporanea. Il defunto non può (fare) più nulla per se stesso, e la sua sofferenza non può in alcun modo contribuire alla sua liberazione. Egli non è condannato ad una pena più o meno lunga, al termine della quale sarebbe immancabilmente salvato. Non “in purgatorio”, ma nell’Ade, all’inferno, e il suo tormento, di per sé, non avrà fine.
Ma, in secondo luogo, questa sofferenza non ha necessariamente un carattere definitivo. Il pensiero comune della Chiesa antica è, infatti, che prima del giudizio finale, i dannati potranno essere salvati, ma ciò solo e unicamente grazie alla preghiera dei membri della Chiesa terrena. Per questo motivo la preghiera dei defunti riveste, nella coscienza della Chiesa antica e della Chiesa ortodossa odierna, un’importanza estrema: non si tratta, infatti, solo di pregare perché il loro “tempo del purgatorio” sia accorciato, ma perché siano liberati dall’inferno eterno. Lo attestano tutte le liturgie antiche della Chiesa, ivi compresa la liturgia romana così come è stata in vigore fino a poco tempo addietro: sempre, nella preghiera per i defunti, La Chiesa ha chiesto la “liberazione delle anime dal purgatorio”; tutte le formule liturgiche chiedono a Dio di essere misericordioso nel suo giudizio e di liberare il defunto dalla morte eterna. La Chiesa prega da una parte perché i defunti siano protetti dalla misericordia divina al momento del passaggio attraverso i “posti di pedaggio” e giungano in paradiso, e dall’altra, se sono già condannati, perché Dio li salvi nella sua misericordia.

Il ritorno di Cristo e la fine dei tempi
Oggetto dell’attesa ardente della Chiesa, dei vivi e dei morti (che sono altrettanto vivi) è il ritorno di Cristo. La fine dei tempi non deve essere concepita dal cristiano come una catastrofe da temere, ma come la vittoria definitiva del bene sul male, di Dio e del suo regno sul Maligno ed i suoi alleati. La Parusia è la risposta cristiana al problema del male. Essa sarà il compimento finale del mistero della Pasqua, l’ultimo passaggio dalla croce delle prove terrene (e quelle degli ultimi tempi, la “grande tribolazione” escatologica sarà temibile per la Chiesa) alla gioia radiosa della resurrezione.
In questa prospettiva dobbiamo guardare il giudizio finale. Come tutti i “giudizi” divini nella Bibbia, esso sarà essenzialmente un atto di liberazione e di salvezza. Coloro che saranno condannati, sono coloro che volontariamente si saranno identificati con le forze del male, con l’opposizione al regno di Dio, al suo disegno di salvezza e di felicità infinita per le sue creature. Alla loro sconfitta definitiva si oppone la vittoria di tutti coloro che avranno accettato di essere salvati, di essere amati e di amare Colui che li ha amati: “Sforziamoci dunque innanzitutto di portare dentro di noi il segno e il sigillo del Signore, perché quando verrà il Giudizio, quando si vedrà il rigore di Dio” (cfr. Rm 11, 22), quando tutte le tribù della terra e tutto il Genere umano (Adamo) saranno riuniti, quando il pastore chiamerà le sue pecore, tutti coloro che avranno il suo segno riconosceranno il loro pastore, e il pastore riconoscerà coloro che porteranno il suo sigillo speciale. Egli li riunirà da tutte le nazioni. Perché “i suoi ascoltano la sua voce e lo seguono” (Gv 10, 27). Il mondo infatti verrà diviso in due: da un alto, il gregge scuro che andrà al fuoco eterno; dall’altro, il gregge risplendente di luce, che sarà condotto verso la sua eredità celeste. Ebbene sarà precisamente ciò che sin da adesso possediamo nella nostra anima, che allora risplenderà, si manifesterà e rivestirà di gloria i nostri corpi.
Nel mese dello xantico, le radici sotterrate producono ciascuna i propri fiori e i propri frutti con la loro bellezza, e fruttificano. Le buone radici e quelle che portano spine diverranno manifeste. E’ così che in quel Giorno ciascuno rivelerà col fulgore del suo corpo le proprie azioni passate; il bene e il male saranno manifesti. In questo infatti consistono tutto il giudizio e la ricompensa[4].

L’apocatastasi
Apocatastasi è una parola greca che significa restaurazione di uno stato anteriore, il ritorno ad una situazione originaria. Applicata all’escatologia cristiana, esprime una teoria secondo cui, alla fine dei tempi, tutto l’universo creato sarà ristabilito nella sua armonia originaria e tutti saranno salvati, ivi compresi i dannati e i demoni.
Questa concezione si collega alla visione “mitica” del cosmo elaborata da Origene (185 – 254). Questi pensava che in origine Dio avesse creato un universo composto di esseri puramente spirituali; facendo cattivo uso della loro libertà, tutti – ad eccezione dell’anima di Cristo – avrebbero peccato più o meno gravemente, e pertanto sarebbero stati rivestiti di corpi più o meno “densi”, e così sarebbero divenuti angeli, uomini o demoni. Alla fine dei tempi, dopo successive purificazioni, tutti ritornerebbero alla loro prima condizione e ricostituirebbero l’originaria enade, cioè l’unità primigenia delle creature spirituali.
Questa concezione della salvezza universale, che nega l’eternità dell’inferno, misconosce sia l’insondabile mistero dell’amore di Dio, che trascende ogni nostra concezione razionale o sentimentale, sia il mistero della persona umana e della sua libertà. L’amore di Dio implica un totale rispetto delle sue creature, andando sino ad una “impotenza volontaria” di fronte all’eventuale rifiuto della loro libertà. I testi della Scrittura ci obbligano a mantenere le due affermazioni antitetiche della totale vittoria di Dio sul male alla fine dei tempi, e della possibilità della dannazione eterna, essendo la seconda l’inverso della prima. Qui, dinanzi al mistero si addice solo il silenzio dell’intelletto.
Per questo la dottrina dell’apocatastasi, accettata da San Gregorio di Nissa e, poi, dai grandi mistici siriani Isacco di Ninive e Giuseppe Hazzaya, è stata condannata nel 553 dal V Concilio ecumenico, contestualmente ad un certo numero di elementi della dottrina di Origene, ridotta a sistema da tardivi discepoli. Il rifiuto dell’affermazione della salvezza universale da parte della tradizione ortodossa non impedisce evidentemente l’intercessione ardente per la salvezza di tutti e la speranza della loro conversione finale.

L’epictasi
Ancora un’altra domanda può essere fatta a proposito della beatitudine eterna degli eletti: essa deve essere concepita come una contemplazione immobile e saziante, o può comportare una crescita, una scoperta incessantemente rinnovata da una Realtà inesauribile?
Uno degli aspetti più originali del pensiero di San Gregorio di Nissa è la sua dottrina dell’epictasi, secondo cui la divinizzazione dell’uomo, quaggiù e nell’eternità, implica un progresso e una tensione che non ha fine, illustrata dall’immagine del corridore dell’Epistola ai Filippesi (3, 13): “Dimenticando il cammino percorso, vado dritto in avanti, con tutto il mio essere proteso (épeicteimenos: donde il termine epictasie corro verso la meta…”. Come spiega Jean Daniélou, uno dei migliori conoscitori del grande Cappadoce: “C’è per l’anima contemporaneamente un aspetto di stabilità, dato dalla sua partecipazione a Dio, e un aspetto di movimento, dato dallo scarto sempre infinito fra ciò che essa possiede e ciò che è Dio… La vita spirituale è pertanto una trasformazione perpetua dell’anima in Gesù Cristo sotto forma di un ardore crescente, la sete di Dio aumenta a misura in cui Egli è sempre più partecipato, e di una stabilità crescente, unendosi e fissandosi l’anima sempre più in Dio”[5].
Senza prendere in considerazione l’idea di una crescita nella beatitudine, numerosi autori dell’epoca patristica – in particolare San Massimo il Confessore – hanno utilizzato il tema del desiderio, dell’assenza di sazietà in seno stesso alla visione di Dio per esprimere l’eterna novità della gioia degli eletti. In Occidente, se ne ritrova l’eco in Gregorio il Grande. Si trattava per lui di conciliare due affermazioni antitetiche della Scrittura: “Gli angeli desiderano fissare i loro sguardi su di Lui” (1Pt 1, 12); e “In cielo i loro angeli vedono incessantemente il volto di mio Padre che è nei cieli” (Mt 18, 10): se si confrontano queste due affermazioni, si constaterà che esse non si contraddicono in nulla. Perché gli angeli, contemporaneamente, vedono Dio e desiderano vederlo; hanno sete di contemplarlo e lo contemplano. Se lo desiderassero senza godere dell’effetto del loro desiderio, questo desiderio sterile sarebbe causa di ansietà, e l’ansietà di sofferenza. Ma felici gli angeli sono lungi da ogni sofferenza di ansietà, poiché sofferenza e beatitudine non sono compatibili… Perché dunque non vi sia ansietà nel desiderio essi sono sazi pur desiderando, e perché la sazietà non comporti disgusto, essi desiderano pur essendo sazi… sarà così pure per noi quando giungeremo alla fonte della Vita: proveremo con delizia, insieme sete e sazietà[6].

Opuscolo edito dalMonastero Saint-Antoine-le-Grand,
26190 St-Laurent-en-Royans, France.
Riprodotto nella rivista Le chemin n 33 (1996)
 
Traduzione dal francese del prof. G. M.
© Tradizione Cristiana
Agosto 2005

 


[1] S. Athanase d’AlexandrieVie de saint Antoine, c. 65-66.
[2] Myrrha Lot-Borodine, “La béatitude dans l’Orient chrétien, in Dieu Vivant, 15 (1950), pp. 85 ss.
[3] Idem., pp. 106-107.
[4] Macaire d’ÉgypteHomélies spirituelles, 12, 13-14, (“Spiritualité orientale”, n° 40), Abbaye de Bellefontaine, 1984, p. 170.
[5] J. DaniélouPlatonisme et théologie mystique, Paris, 1944, pp. 305-307.
[6] S. Grégoire le GrandMorales sur Job, 18, 54, 91; PL 76, 94ac.